Categoria: Libretti degli spettacoli
- 1970
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Stagione teatrale 1970/71 - Il Piccolo Teatro di Milano presenta
Giorgio Gaber
e
Il signor G
Giorgio Gaber nel mondo della nostra musica leggera ha una prerogativa abbastanza originale:
è un non-personaggio.
Dopo molti anni di radio, televisione e recitals dove ha proposto al pubblico canzoni abbastanza commerciali torna ora a contatto di questo suo pubblico nella veste di uomo che vive libero i fatti del mondo e dell’esistenza, di un uomo che di mestiere canta e scrive canzoni e che quindi trova naturale gettarvi dentro le proprie esperienze.
Nato a Milano il 25 gennaio 1939 da genitori triestini, prima di imporsi al pubblico nella veste che gli è più congeniale, quella di cantautore, esordì come chitarrista e più tardi come cantante di rock. Dapprima propose vecchie canzoni popolari e in dialetto, più tardi seppe però imporre un genere più personale, più intimo e sentito.
Gaber proponeva una canzone non nuova, anzi in molti casi riproponeva il tema di vecchie canzoni e ballate milanesi, ma in essa si fondevano singolari e non facili qualità che vanno dal gioco attento e smaliziato dell’intelligenza ad una semplicità di espressione che sembra sfiorare la banalità, dall’uso scanzonato dell’ironia ad un attento controllo della sensibilità, dalla partecipazione sentimentale ai climi poetici affrontati, alla rigorosa obbedienza dei temi popolari, che vanno dai luoghi comuni della vita, allo scherzo, alla ricerca di un ritmo che alla fine lo discosta dal linguaggio comune per divenire autentica poesia.
Egli cominciò a cantare la vita di tutti i giorni, a delineare l’atmosfera di una Milano fatta di osterie, di rumori, di silenzi, di personaggi strani, fissati nell’attimo apparentemente ridicolo della loro pena. Erano gli stessi spunti che avevano ispirato (e fatto la fortuna) degli chansonniers d’oltralpe e che ora venivano ripresi e sdrammatizzati, umanizzati e resi più vicini a noi.
Ed è dalla fusione di questi due temi che nasce IL SIGNOR G: un personaggio-tipo del mondo patetico e paradossale di un uomo che vede la società con occhi deformati dall’ironia e ce la restituisce più vera.
IL SIGNOR G è la classica storia dell’uomo inserito. Quella che potrebbe forse dirsi la storia di tutti noi, la storia dell’autore stesso. Un uomo qualunque, che nasce, lavora, si innamora, si diverte... poi muore. Un personaggio pieno di contraddizioni, di ripensamenti; crede e non crede; soffre e non soffre, è respinto e insieme attratto da questa società di oggi che, vuoi o non vuoi, ti coinvolge.
IL SIGNOR G è un uomo frustrato dal mondo circostante, un uomo che tanto più soffre quanto più è cosciente di non saper reagire alla situazione cui la società lo sottopone senza scampo.
Sono i temi soliti delle canzoni di Gaber: il SIGNOR G è l’ultimo e forse il più emblematico personaggio della lunga serie cominciata con LA BALLATA DEL CERRUTTI, TRANI A GOGO’, IL RICCARDO, PORTA ROMANA. Tutte canzoni che sono la cronaca fatta senza paroloni e ricca di fatti e di sincerità. Personaggi semplici, caldi, buffi e patetici che in queste storie acquistano una maggiore coscienza e una più acuta venatura di umanità e amarezza. IL SIGNOR G è l’uomo che fa fatica a vivere e a cui crollano uno dopo l’altro i miti della sua giovinezza. Ma è anche un pretesto per parlare e per riflettere sulla società in cui viviamo; un tema, questo, difficile e sgradevole da far entrare nel mondo dorato della nostra musica leggera.
PRIMA PARTE
Suona chitarra
Tarozzi-Gaber
Prima ricorrenza: Il signor G nasce
Tarozzi-Gaber
Io mi chiamo G
Gaber
Vola, vola: Il signor G e le stagioni
Gaber
L’uomo sfera
Tarozzi-Gaber
La Chiesa si rinnova
Gaber
L’orgia: Ore 22 secondo canale
Gaber
Le strade di notte
Gaber
Due donne
Gaber
Immagini
Gaber
Il signor G e l’amore: Una storia normale
Gaber
La corsa
Gaber
Il signor G incontra un albero
Gaber
Il signor G dalla parte di chi
Gaber
SECONDA PARTE
- Parole parole parole
Tarozzi-Gaber
- Le nostre serate
Simonetta-Gaber
- Canta (che ti passa la paura)
Pagani-De Vita
- Che bella gente
Pagani-Brel
- Io mi chiamo G
Simonetta-Terzoli-Vaime
- L’ultima bestia
Gaber
- La città non lo sa
Gaber
- Il tic
Valdi
- Eppure sembra un uomo
Gaber
- Barbera e champagne
Gaber
- La preghiera
Tarozzi
- Io credo: Autoritratto di G
Gaber
- Maria Giovanna
Gaber
- Seconda ricorrenza: Il signor G muore
Gaber
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I brani che nel libretto originale vengono attribuiti a Gaber come autore sono, in realtà, di Gaber-Luporini anche se Sandro Luporini non firmerà gli spettacoli fino al 1973.
Un ringraziamento a Luciana Fastidio per l'invio del materiale riportato in questa pagina.